Nel nostro mondo non siamo soli. I non morti sono tra noi. Anche se non li vediamo, vampiri, licantropi e zombie vivono mischiati agli umani. A mantenere l'equilibrio tra le specie viene eletto un umano, un investigatore. Una volta questo investigatore, o indagatore dell'incubo, era Dylan Dog. Da quando ha perso la sua amata, si e' ritirato e si occupa di investigare casi di infedelta' coniugale.
A convincerlo a tornare ad indagare casi da incubo e' la bella Elizabeth, che ha perso suo padre per mano di un lupo mannaro. C'era molta attesa, molta curiosita' ma anche molta diffidenza per questo adattamento hollywoodiano di uno dei fumetti italiani piu' amati di sempre.
Devo ammettere che quando ho visto Dylan con gli occhiali da sole e una camicia a maniche corte che assomigliava tanto ad un vecchio pigiama di mio nonno, ho davvero temuto il peggio. Per fortuna ben presto il personaggio torna su binari molto piu' consoni e, devo ammetterlo, Brandon Routh ha un discreto fisique du role, decisamente meglio di quello (poco convincente) di Superman. Per il resto, il cambio di location (dalla nebbiosa Londra alla misteriosa - e più economica - New Orleans) e l' assenza dell'inseparabile Groucho ( sostituito dallo sbarazzino Marcus - al quale e' affidato il ruolo, non facile, di spalla comica) sulle prime sono parecchio dure da digerire, soprattutto per i fan della prima ora. Niente galeone, un accenno di clarinetto, niente Xabaras e niente Ispettore Bloch. Solo Dylan, al centro di una storia che sembra piu' quella di Underworld o Blade, che quelle scritte da TIziano Sclavi negli ultimi decenni. Il risultato e' un film che, superato lo shock iniziale delle differenze col fumetto, risulta anche abbastanza divertente, anche se, alla fne, l'unica cosa in comune con Dylan Dog e' il personaggio principale, che ogni tanto si lascia anche andare a qualche "Giuda ballerino".
Da segnalare gli "omaggi" a Tiziano Sclavi e Sergio Bonelli. Buona l'edizione italiana, che offre voci adatte ai personaggi e una recitazione convincente.
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